Il piede costituisce la nostra interfaccia con il terreno e nel corso dell’evoluzione ha subito, soprattutto nella specie umana (bipede), un’evoluzione ed una specializzazione unica. E’ in grado di assorbire carichi biomeccanici elevatissimi senza alcuna conseguenza.
La sua struttura anatomica si presenta estremamente complessa, basti pensare che il suo scheletro è composto da ben 28 ossa tutte interconnesse da numerosissime articolazioni, legamenti, muscoli. Un eventuale trauma determina quindi, nella grande maggioranza dei casi, danni e lesioni a varie componenti anatomiche in maniera contemporanea. Le fratture (spesso di segmenti scheletrici multipli) sono spesso associate a lesioni legamentose ed ogni struttura necessita un trattamento specifico al fine di ottenere il miglior risultato funzionale possibile.
Assolutamente da non trascurare sono le lesioni legamentose causate dagli eventi distorsivi, che possono determinare instabilità anche molto gravi con esiti fortemente invalidanti sia per le attività sportive che quotidiane.
La diagnosi e la cura di tali lesioni scheletriche e capsulo-legamentose associate spesso complessa.
Oggi, grazie alle moderne tecniche diagnostiche è possibile identificare con grande precisione le strutture danneggiate ed eseguire, nella grande maggioranza delle varie patologie del piede, la ricostruzione anatomica delle lesioni permettendo al/alla paziente di tornare ai livelli di attività che aveva prima dell’evento traumatico.
Fortunatamente nella maggior parte dei casi le fratture del piede possono essere trattate con metodi incruenti mediante l’utilizzo di bendaggi e/o tutori funzionali che limitano determinati movimenti permettendo comunque la deambulazione, questo con grande vantaggio del paziente.
Altre volte è necessaria un’immobilizzazione completa con o senza carico.
Nei casi più impegnativi è necessaria la chirurgia, oggi sempre più spesso con l’utilizzo di metodiche mini-invasive, in anestesia locale ed in regime di Day Hospital o One Day Surgery (degenza di 24 ore).